Cosa siamo?, Maggie

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.Mikko.
view post Posted on 7/8/2012, 21:28




Papà era partito per una missione da qualche ora e io come mio solito, per quando restavo sola, ero fuggita da Mike per sentirmi meno persa e impedirmi di piangere. Era così da quando la mamma era morta.. Da quando un paio di anni prima, venne coinvolta in quell'incidente.
Faceva caldo, veramente caldo... Era l'estate più calda che ricordassi e quella sera lo era anche più delle altre. Ero stesa sul letto di Mike, indossando solo slip e reggiseno, mentre lui era in boxer, steso a pancia in su facendomi da cuscino col suo petto... Fissava silenzioso le pale che giravano veloci sopra la nostra testa, muovendo aria calda, mentre io lo imitavo, tenendo però le gambe incrociate con le sue, canticciando le parole di quella vecchia canzone che a volume basso riempiva il silenzio della stanza in cui ci trovavamo. Mike aveva dei gusti da vecchio, ma a me piacevano.
Faceva caldo, ma gli stavo addosso... Avevo bisogno di quel contatto, almeno per quella sera... Mi sentivo così strana, così intontita... Credevo che sarebbe andata avanti così tutta la notte, in quel semi silenzio da parte nostra... Lui era tanto assorto dai suoi pensieri da non darmi la possibilità di interpretarli guardandolo. Eravamo solo noi in camera, solo noi in casa..... Sollevai di poco il capo, ancora canticchiavo.. Una gocciolina di sudore gli scivolò giù lungo la gola, la seguì con lo sguardo e quando la vidi ferma, mi tesi verso di lui e lo baciai sotto al mento, sorridendo.... Mi piaceva stare lì, mi piaceva stare così.. C'era pace e quiete in quel silenzio, avvolti dall'odore di quella stanza che sapeva di lui, di colori ad olio e ormai anche un pò di me tanto mi aveva ospitato notte dopo notte. Ero pronta ad addormentarmi... Di sicuro sarebbe venuto presto il sonno nonostante il caldo e quando Mike parlò rivelandomi finalmente i suoi pensieri, il sonno che poteva affacciarsi da un momento all'altro, sparì del tutto...
-Tuo padre è partito oggi...- Annuì anche se glielo avevo già detto quando a notte fonda, mi ero presentata alla sua porta.
-Tra un paio di giorni parto anch'io..- Lo sapevo... Ne avevamo parlato qualche giorno prima. Sarebbe partito per una missione relativamente breve, un paio di giorni... Nulla di che. Non capivo dove volesse andare a parare... Continuavo a fissarlo dal basso verso l'alto, sbirciandolo in viso oltre la sua spalla larga e allenata... Quella serata iniziata strana stava procedendo ancora più strana, ma io non osavo chiedergli cosa avesse.. Volevo fosse lui a parlarmene.
Ci fu nuovamente un lungo momento di silenzio dove che ebbi smesso di cantare e nella stanza da letto, risuonavano solo i nostri respiri leggermente affannati per l'eccessivo caldo, il rumore delle pale sopra di noi e un concerto di cicale che sembravano improvvisamente decisi a svegliare tutto il quartiere. Il silenzio diventava sempre più pesante, ma finalmente si decise a riparlare quando mi azzardai a sorridergli, accarezzandogli con una mano il petto allenato.
-Mag... Noi cosa siamo?- Lo guardai completamente ammutolita ma non stupita.... Lentamente spostai lo sguardo sul soffitto, tornando a fissare il movimento ipnotico di quella ventola chiassosa. Non era la prima volta che mi chiedevo cosa io e Mike fossimo, ma mai mi ci ero davvero soffermata a pensare... Noi eravamo noi, no? Ma sapevo che era stupido pensarla così... Noi eravamo qualcosa, ma cosa? Mi sollevai lentamente, scavalcandolo e con la stessa lentezza, mi sistemai sopra di lui, a cavalcioni, con le braccia piantate ai lato del suo viso, mentre le mie treccine spettinate e il ciondolo della mia collana lunga gli spenzolavano davanti. Lui mi fissava immobile, mi esaminava cercando di cogliere una mia qualche espressione, una mia possibile risposta alla sua domanda. Toccai quel viso leggermente sudato, lo accarezzai sfiorando con le dita la sua guancia accaldata... Le mani di lui salirono lungo i miei polpacci, i miei fianchi.. Mi sfioravano con attenzione, come se potessi sfaldarmi da un momento all'altro tra quelle sue stesse mani, per opera sua.
Volevo bene a Mike, mi sentivo bene con lui... Perchè non potevamo essere più di quel che eravamo ora? Da lui trovavo sempre conforto, un riparo e una spalla su cui appoggiarmi quando restavo sola.. C'era sempre stato, anche quando stavo veramente male, anche quando la mamma ci aveva lasciati... Eppure non riuscivo a mostrarmi appieno, non colmava il vuoto che si era formato il giorno in cui, si era riaperto quello che mio padre aveva faticosamente sigillato nella sua anima.. Volevo che papà fosse felice, che non dovesse preoccuparsi per me e così ero finita per nascondere una parte di me, una parte che non riuscivo più a mostrare, nemmeno a Mike che mi era tanto caro e col quale stavo tanto bene. Perchè lui non poteva andare? Adoravo i suoi modi, come mi trattava, come giocava con me... Il suo profumo era invitante, le braccia larghe e calde mi davano riparo e sapevo per certo di essere attratta da lui in altri modi più carnali... I principi non esistevano... Non ero più la bimba che annunciava a tutti che avrebbe sposato un principe dato che il suo adorato papino era della mamma. I principi non esistevano, ma Michael ci si avvicinava molto, no?
Mi chinai in silenzio verso di lui e in pochi attimi la breve distanza che ci separava fu completamente azzerata.... Le mie labbra erano premute sulle sue, le mie mani sul suo viso, poi una scivolò sul petto e le sue fecero presa sul mio fondoschiena... Lo volevo, mi voleva e la stanza si faceva pian piano più calda, o semplicemente era il calore dei nostri corpi che aumentava, mentre la mia lingua scivolava nella sua bocca e incontrava la sua, accogliendomi, assaggiandomi e sentendomi.. I nostri corpi reagirono, sentivo il suo contro al mio e sarebbe bastato così poco, eppure mi staccai lentamente da lui sorridendogli dolcemente. Leggevo nei suoi occhi il desiderio caldo che probabilmente era anche nei miei ma che piano si stava dissolvendo. I principi non esistevano, ma Mike non poteva essere il mio pseudo principe.... Ci volevamo troppo bene per farlo e egoisticamente sentivo il desiderio che quel vuoto si colmasse, come se una sciocca parte di me, conoscesse la presenza di qualcuno che avrebbe colmato il vuoto, che come me avrebbe saputo cosa significava voler essere qualcuno che non si riusciva a tirar fuori, o che non si poteva...
-Siamo amici... Buonissimi amici e ci vogliamo un bene dell'anima, ed è per questo che... Bhe, lo sai...- Continuai a sorridere e lui in silenzio annuì riavvicinando le sue labbra umide alle mie, posandovi sopra un bacio molto più casto di prima, mentre quel desiderio spariva anche dai suoi occhi e io scivolavo di nuovo al suo fianco, tornando in quella scomoda e appiccicosa posizione in cui ero quando tutto quel discorso era iniziato. Piano ripresi a cantare, le cicale e tutti i rumori della stanza si attenuarono rendendo l'atmosfera meno pesante mentre io desideravo ancora stupidamente un principe che non esisteva e ci pensai fin quando non prendemmo sonno così accoccolati.


Edited by .Mikko. - 8/8/2012, 01:52
 
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