Il cambiamento, Elisa

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.Mikko.
view post Posted on 20/8/2010, 20:54




Ricordo bene quel periodo, soprattutto ricordo alla perfezione quel giorno, perchè la mia vita cambiò.
Era ormai da un mesetto che ero stata portata lì da papà. Dopo "l'incidente" della finestra, si era spaventato ancora di più e medici e conoscenti gli avevano consigliato di portarmi in quel posto... Un altra gabbietta, che forse mi stava più stretta della prima.
Di certo non potevo dire di essere stata libera tra le quattro mura della mia immensa stanza, ma in quella clinica mi sentivo quasi soffocare. Le mie paure, le mie insicurezze e le difficoltà a esprimermi con gli altri erano peggiorati, ero finita per ottenere l'esatto opposto a quel che desideravo.... Volevo solo sentirmi libera, essere indipendente e fare le mie scelte per una volta sola in vita mia. Volevo essere come gli uccellini che vedevo sempre dalla finestra della mia stanza, per quello mi ero affacciata tanto.... Volevo essere come loro, ma un errore, un piccolissimo errore e tutto fu veloce. Il vuoto, la voce del mio amato padre e il dolore al petto... L'aria che mancava.. Il buio e poi la luce abbagliante di una stanza che non avevo mai visto prima... la stanza di un ospedale. Non tornai nemmeno a casa una volta dimessa, mi portarono direttamente qui... In questo posto freddo, dove ero davvero completamente sola. Dove avevo paura più che mai. Non volevo restare lì... Preferivo la mia stanza, con le mie cose... Il mio violino e i miei oggetti. Quel posto era brutto e la gente mi stava troppo addosso... Mi metteva ansia... Ma il pensiero di scappare, uscire e andare fuori in un posto che non conoscevo mi terrorizzava... Quella non era la vista che avevo dalla mia finestra e ciò che mi restava da fare, era accucciarmi in un angolino della mia stanza e star in silenzio, a tremare e aspettare la visita più vicina del mio papà.
Il giorno che la mia vita prese a cambiare, era iniziato come uno dei tanti. I miei esercizi, le visite dei medici, tutte quelle domande a cui non volevo rispondere, l'ansia di stare così vicino a uno sconosciuto e poi il giro delle medicine... Odiavo quelle cose, non mi servivano, ma dato che non miglioravo, anzi peggioravo, avevano deciso che per me fosse la procedura migliore.
Fu proprio per non prendere quelle pilloline colorate che "scappai".... Pioveva forte fuori, tuonava e i lampi erano abbaglianti. Ricordo che avevo una gran paura, ma comunque correvo e mi muovevo di nascosto per il grande stabile gelido. Mi rintanai in fine in una stanzetta che pareva vuota... Il cuore mi batteva a mille mentre ascoltavo gli inservienti correre fuori e cercarmi. Era stata la cosa più coraggiosa che avessi fatto in vita mia, ero quasi orgogliosa di me. Poi un lampo illuminò la stanza e sul lato accanto a me della parete intravidi un ombra. Quasi urlai dallo spavento, non mi ero accorta di nulla.... Piano mi voltai e la stanza si illuminò ancora.
Era un ragazzo, dallo sguardo serio e arrabbiato. Mi domandai se fosse stata colpa mia.
-S- S- S- Scusa il... Il disturbo...- Mi sforzai di parlare. La mia voce era appena un sussurro. Avevo sempre troppa difficoltà a comunicare.
Il ragazzò continuò a fissarmi, doveva avere all'incirca la mia età... Poi parlò improvvisamente e mi porse la domanda più strana che mi avessero mai fatto.
-Tu sei forse un angelo?- Il suo sguardo era mutato... Mi fissava stupito, come se avesse visto qualcosa di assolutamente strabiliante.
Io non risposi, rimasi spiazzata a fissarlo e poi.. Un gesto assolutamente insolito per me. Le mie labbra si curvarono in un sorriso. Un sorriso vero, caldo, autentico...
Il ragazzo si chiamava Nathan, e proprio la sua conoscenza fu la molla che iniziò a farmi cambiare. Da quando sentì la sua voce tutto cambiò. Di lui non avevo timore, sentivo che non dovevo provarne. Lui era speciale.... Sarebbe stato per sempre il mio Nath e sempre mi sarebbe stato accanto.


Edited by .Mikko. - 28/10/2010, 16:05
 
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