Smarrita - Incontro - Destino, Katy/Daniel

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.Mikko.
view post Posted on 3/3/2012, 02:12




Questa è una memoria speciale... Non è un vero è proprio racconto della mente di un pg, ma il risultato dell'intreccio tra quelle di due personaggi scritta a due mani.
D= Daniel
K= Katy, che all'epoca aveva 5 anni


D: Quello era un pomeriggio umido, non pioveva, stare nella residenza in Scozia, gli aveva insegnato che bisognava sempre dubitare del tempo metereologico lì. Era a caccia, il bel vampiro biondo, di sangue purissimo, il vampiro più potente d'europa, la vita non ci risevava che monotonia e stanchezza. Era stanco di vivere e lasciarsi trascinare dalle giornate... stanco anche di dare ordini, la sua
esistenza non aveva un senso, lo sapeva benissimo, e come a solito quei pensieri gli attanagliavano la mente, anche in quel momento, che avrebbe dovuto essere di piacere. Era in uno dei parchi più grandi e belli di Scozia, uno di quelli che da sempre aveva avuto un'attrattiva particolare verso di lui e cercava un collo morbido nel quale affondare i canini. Passeggiava lento, rinchiuso nel cappotto
semi-impermeabile blu scuro, di camoglio forse, non lo sapeva neanche. A terra c'erano pozze d'acqua, e alcune di fango, che rendevano il sentiero più movimentato, ma lui aveva ua grazia tale che non sembrava neanche facesse sforzo a fare slalom. Era una figura danzante e meravigliosa. La gola iniziò a grattargli e quando annusò l'odore della sua preda, una donna, che avrebbe potuto avere
circa 30 anni... Non fu difficile catturarla, in una morsa di piante che le tappavano la bocca. La morse con forza, e strappò dalle sue vene quasi tutto il liquido vitale che le scorreva nel corpo, ma non era ancora sazzio....
K: Era andata al parchetto con sua madre e la sorella, senza il padre... Da un pò di tempo la famiglia stava passando un periodo un pò complicato. I genitori di Kat erano quasi sull'orlo del divozio e così, lui vedeva nei finesettimane le bambine e non stava più a casa con loro... Alle piccole avevan detto che la famiglia era in un momento "particolare", ma loro erano ancora troppo ingenue per capir ciò che significasse davvero quell'assenza e quasi non ci facevano caso.
Katy correva tranquilla per il parco, saltellando intorno alle pozzanghere con il suo orsacchiotto in mano e la voce della madre alle spalle che le gridava di non sporcare il completino nuovo, regalo appena arrivato della nonna. Naturalmente la donna non veniva minimamente ascoltata, perchè Kat, tutta presa da quel gioco, era troppo occupata a riflettersi nell'acqua un pò sporca e a schiffare appena in modo che le goccioline smuovessero lo specchio che era a terra. Non era mai stata una di quelle bambine che se ne stavano ferma e non era certo la prima volta che finiva per allontanarmi troppo... Così, non si rese conto che ad un certo punto la voce di mamma era scomparsa completamente e quando si voltò, non vide più ne lei ne la sorella. Era rimasta sola e iniziò a guardarsi attorno, calma... Sapeva come ci si doveva comportare e provò a fare la strada al contrario cercando qualcuno che potesse darle una mano a trovare la madre.
D: ...E l'odore di piccolo Ibisco lo colpì, dolce e raffinato allo stesso tempo, non apparteneva a una donna... Fece aprire l'albero solo guardandolo, e il corpo della donna che aveva ucciso, vi riposò dentro per sempre, perchè l'albero lo inghiottì poco dopo, quasi se ne cibasse come il suo vampiro incantatore. I passi della bambina si avvicinavano, lenti e misurati, quasi lo stesse cercando. Rimase
inmobile, attendendo, che questa piccola creatura si avvicinasse.
K: Saltellò prima per il sentiero di ghiaia, poi si spostò sull'erba umida, appena appena alta che le strusciava sulle calzette bianche a coprirle le mie caviglie. Aveva sentito un rumore in quella direzione e pensando di trovarci qualche adulto si era incamminata da quella parte.
Vide un uomo... o meglio, un ragazzo alto e dai capelli biondi. Era di spalle e non riuscì a vederne il volto ma non le importava... Si avvicinò a lui, un passetto alla volta, tendendo la manina che non reggeva il l'orsacchiotto preferito, in modo da poter afferrare la giacca del signore e strattonarla appena, dato che sembrava lui non si fosse ancora accorto di lei.
-Mi scusi.... mi sono persa, mi aiuterebbe a cercare la mia mamma e la sorellona?- Domandò con la vocina calma e squillante, la tipica vocina di una bimba contenta e per nulla spaventata.
D: E eccola, puntuale come nelle sue previsioni. Sentì la sua mano afferrargli il cappotto e tirarlo, piano per attirare la sua attenzione, si voltò con la sua solita lentezza elegante, e guardò con gli occhi di brace la bambinetta, non poteva avere più di cinque anni. Un cappottino rosso, una gonna a pieghette, lunghi capelli mossi, raccolti in due codine, che la rendevano estremamente graziosa anche per la sua razza. Non urlò. Era certo lo avesse guardato negli occhi rossi come il sangue che aveva appena bevuto, ma non urlò, non disse nulla a parte la richiesta di essere riaccompagnta dalla sua mamma. Fu questo che lo colpì. E ovviamente quegli occhi. Profondi, bellissimi, e meravigliosamente maturi, come non ne aveva mai visti in tutti i secoli d'età che aveva. Si chinò a guardarla,
arrivando col viso all'altezza del suo. Era una bambina? Quegli occhi appartenevano a una vita così giovane? Per un attimo credette fosse l'incarnazione di qualcuno, ma si ricredette, guardando un sorriso spontaneo, innocente e infantile, che nasceva. Non conosceva la paura, non aveva nessun timore di lui. Gli occhi del vampiro mutarono e divennero di un verde intenso. Si rimise in piedi -Ti accompagno io...-
K: Il ragazzo biondo si voltò verso di lei, colpendola con quegli occhi che all'epoca le parsero così strani e affascinanti allo stesso tempo. Non ne aveva mai visti così, di un colore così surreale ma che le trasmettevano una malinconia e una tristezza infinita e ben celata dietro quel bel viso. Si chiese cosa mai avesse fatto tanto male a quel tato da peter mutare così il suo sguardo... La mamma li diceva sempre che dagli occhi potevi subito capire se qualcuno stava male, ed era vero...
Lui si chinò verso di lei, guardandola quasi la stesse studiando, e Katy, come se nulla fosse gli sorrise. Le venne spontaneo, uno di quei sorrisi che nascevano così... Che volevano cercar di rasserenare e tirar su il destinatario di quel gesto.
-La ringrazio tanto tanto.... Io sono Katy, piacere..- Fece un piccolo inchino di lato col capo presentandosi dopo che le disse che l'avrebbe portata lui dalla mamma.
Prima di incamminarsi, la piccola alzò la manina cercando quella di lui. Era certa che se non lo avesse preso per mano probabilmente avrebbe finite per correre chissà dove nuovamente.
-Io sono venuta da quella parte... Stavo saltellando tra le pozze ma ad un certo punto non ho più sentito la voce della mamma...- Fece indicandogli la direzione dalla quale era venuta con la manina in cui reggeva l'orsacchiotto. O almeno credeva fosse quella....
D: Vide che lei cercava la sua mano e dopo averla guardata per due o tre secondi la prese. Era coperta da un paio di guanti di lana caldi e rossi come il cappotto, era stato un bene, non avrebbe sentito la sua tanto gelida. Ascoltò la sua vocina gioiosa e tranquilla. Avrebbe potuto ucciderla, era così piccola e indifesa... e tra l'altro aveva un odore così accattivante, che si meravigliò di se stesso quando si accorse che la sete era a bada. In quanto sangue puro, solo la persona che amava lo avrebbe dissetato, ma in quel momento era lontana, rinchiusa nella sua testa.
Lei gli indicò la strada che aveva fatto mentre faceva ciondolare il suo orsacchiotto. Non le rispose la lasciava parlare, gli piaceva il suono della sua voce calmo e sereno, vivace. Katy... Il suo nome... non lo sapeva
ancora, ma lo avrebbe perseguitato per il resto dei giorni che lo separavano dalla sua morte.
K: Lo sconosciuto che l'aveva soccorsa le strinse la manina senza esagerare, ma era come se per Kat fosse impossibile inciampare o cadere. Era una stretta rassicurante, come quella della mamma o del papà e fu bello provare quelle sensazioni in quel momento.
Si incamminarono e lei continuò a sorridere, a parlare, osservandolo senza guardare dove mettesse i piedini, provando a coinvolgerlo in quella confusione di mille argomenti. Gli face un sacco di domande, una dietro l'altra ma non riuscì mai ad ottenere una risposta.. Il viso del ragazzo restava disteso, come se non potesse parlarle, ma sapeva bene che poteva farlo, lo aveva fatto prima e poi le tornò in mente che forse stava pensando a quelle cose tristi che rendevano malinconici i suoi occhi. Fu per quello che non riuscì a trattenersi.
-Cos'è che ti rende tanto triste? Se me lo dici magari stai meglio... ti faccio le coccoline. Quando mamma me le fa sto sempre bene dopo.- Sorrise dolce dolce attendendo una qualsiasi risposta.
D: Lo aveva osservato? Aveva capito che era triste. Era una persona maledettamente intelligente, e considerata la sua età era una qualità non indifferente. -Katy...- Sussurrò il suo nome, e le strinse la manina un po' di più. Era riuscita a capire più lei che un migliaio di servitori che gli stavano tra i piedi giorno dopo giorno. -... grazie...- Bisbigliò soltanto, e fu certo che bastò alla bambina.
K: Aveva capito bene e il lui si era sentito meglio anche solo così, o almeno interpretò quel "grazie" a quel modo. Era felice di essere stata d'aiuto a quel ragazzo tanto gentile da volerla riaccompagnare dalla madre anche se non ne era obbligato. -Di nulla....- Rispose ricambiando la stretta alla sua mano, continuando a sorridergli mostrando la schiera dei suoi dentini da latte tutti bianchi e piccoli.
D: Fu in quel momento che capì. Voleva lei come sua discendente. Era certo che non avrebbe mai avuto figli, non leggittimi quanto meno, e aveva bisogno di un erede, per quando sarebbe stato stanco di vivere, o semplicemente di regnare... e desiderava lei. Era piccola, ma matura, vedeva in lei i suoi giorni da bambino. Ne rimase incatato a guardarla, mentre camminavano e lei riprendeva a parlare di
tutto e niente. Non erano argomenti banali, certo era piccola ma non diceva cose insensate come aveva già sentito. Era una bambina interessante. L'avrebbe fatta crescere... e addestrata a dovere... Non c'era bisogno le chiedesse in che direzione andare, sapeva benissimo, sentiva l'odore della madre, e man mano che camminavano anche le sue urla, che chiamavano la bimba.
K: Continuò a parlare un pò di tutto, delle cose che le piacevano e di quelle che al contrario non sopportava. Di quello che l'aveva affascinata e delle cose che la spaventavano, almeno finché in lontananza non sentì la voce della madre chiamarla, bloccandola e fermando la parlantina spedita che l'aveva caratterizzata fino a quel momento, poi guardò il ragazzo soddisfatta e felice.
-E' la voce della mia mamma!-
D: L'accompagnò per un altro piccolo pezzo di strada, poi le lasciò la mano perchè potesse tornare da sua madre. Appena la vide correre dalla genitrice, scomparì dietro un albero, ma in ossevazione. -...- "Katy..."
K: Percorse un altro pezzetto di strada con quel ragazzo, finché non fu abbastanza vicino alla mamma da non perdersi. Le lasciò così la mano e la piccola istintivamente iniziò a correre verso la madre, accorgendosi solo a metà strada di essersi dimenticata una cosa, poi si voltò verso il ragazzo sorridendo.
-Grazie tante tante!- Gridò sventolando il suo orsetto per voltarsi poco dopo e riprendere a correre tra le braccia della mamma col pancione. ERa tornata a dalla sua famiglia... Era tutto a posto.
La donna in un primo momentro strinse la figlia in un abbraccio disperato pieno di soddisfazione, poi la sgridò severamente per riperdersi in un gesto di dolcezza verso la sua piccola. Kat provò infine a spiegare alla madre cosa fosse successo e chi l'avesse riportata dinuovo da lei, ma lui non c'era già più e quando accennò agli occhi rossi del bel ragazzo, la madre sorrise accarezzandole il capo, incamminandosi dopo con le figlie verso casa, toccando più quell'argomento.... Anche se Kat rimaneva sicura di quel che era successo e sapeva di non essersi immaginata nulla.
 
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view post Posted on 3/3/2012, 12:59
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La mia piccola Kat. Hai ucciso il ragazzo gentile, non ti senti in colpa?
 
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.Mikko.
view post Posted on 3/3/2012, 13:00




*Riceve la terza pugnalata di fila e ormai non si muove più da terra*
 
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view post Posted on 4/4/2013, 11:29
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*le fa la rianimazione* si si lo hai ucciso, e pensare che ti amava y,y, che voleva lasciarti il suo regno e che non desiderava altro che starti vicino....
 
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.Mikko.
view post Posted on 4/4/2013, 11:31




*Trema a terra stile "ultime convulsioni"*
 
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view post Posted on 4/4/2013, 11:37
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u,u *punzecchia con lo zampino*
 
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.Mikko.
view post Posted on 4/4/2013, 11:44




*la mano si allunga tremante verso di lei ma crolla prima di sfiorarla*
 
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